Per arrivare a casa loro impiegammo circa 30 minuti, ma prima di trovarli ci vollero giorni e fu tutta una casualità.
Stava trasportando acqua.
-Quanti anni hai?
-Quanti anni hai?
-Quindici!
-Ti posso aiutare? Dammi un secchio!
Silenziosa e accennando a un sorriso me lo porse.
Silenziosa e accennando a un sorriso me lo porse.
Pensai: E’ pesantissimo, come ce la può fare tutta sola e per un tragitto così lungo?
Fortunatamente la sua baracca non era molto lontana da dove l’avevo incontrata ma a giudicare dal suo ansimare era chiaro che era da molto che era in cammino con quei secchi. Arrivammo finalmente e appoggiammo i secchi e i bidoncini, mi accorsi che ne aveva già trasportati molti altri, quelli erano gli ultimi.
Mi parve subito troppo piccola per avere 15 anni però pensai che in quelle condizioni e con il pochissimo cibo a disposizione non poteva essere altrimenti.
C’era una catasta di legna e tronchetti e domandai se quella era la legna che avrebbero usato per cucinare; chiesi chi gliel’avesse procurata, sorpresa dalla mia assurda domanda mi rispose: -IO…
Me la immaginai carica di tronchi con quel piccolo corpicino.
Al lato della baracca spuntò un ragazzino tutto sudato e sporco di polvere bianca diretto all’altro lato della baracca dove si scorgeva una montagna di grandi pietre. Si sedette a terra e con una mazzetta incominciò a spaccarne una frantumandola in tanti pezzi. Lì accanto c'erano diversi secchi che avrebbe dovuto riempire di pietre frantumate.
(http://ilcastdellanostravita.blogspot.com/2012/06/piccoli-schiavi.html)
Domandai a voce alta per via del rumore: -Siete fratello e sorella?
-Sì! Fu la risposta.
-Quanti anni hai? - chiesi al ragazzino
-Sedici!
-Questo è il tuo lavoro?
Mi fa cenno di sì con la testa.
Anche lui mi sembrò troppo piccolo per avere 16 anni.
Domandai loro se dopo o prima il lavoro frequentassero la scuola, nessuna risposta!
-Vi piacerebbe imparare tante cose?
Incrociarono i loro sguardi e notai i loro occhi colmi di malinconia e nostalgia.
A Bluefield frequentavano una scuola ma arrivati qui per loro ci fu solo lavoro e lavoro duro, durissimo, per guadagnarsi solo un pugno di riso e di fagioli.
Conobbi la loro mamma e altri due piccoli figli, già pronti per iniziare a spaccare pietre come il fratello più grande.
La mamma mi raccontò che a Bluefields vivevano altri figli, non ricordava quanti, perché alcuni li aveva dovuti regalare non potendo procurar loro né cibo né vestiti né una casa. Non conosceva l’età dei suoi figli e neppure i padri dei suoi figli. Almeno così disse.
Queste sono tutte vittime senza difese e senza riferimenti.
Quel giorno scoprii che quella famiglia faceva parte dell’umanità che NON ESISTE.
Per il mondo tutti loro non esistono, non possiedono un certificato di nascita, non sanno nulla di se stessi, sanno solo che avranno sempre fame, sempre sete, gli unici desideri che suscita un corpo abituato a sopravvivere. Saranno, ogni giorno della loro esistenza, vittime dei più bassi comportamenti umani che deriveranno da persone più misere di loro.
"Qualcuno" aveva insegnato loro che se fossero arrivati i "Greengoo" (come definiscono loro i bianchi) o le associazioni a cercarli avrebbero dovuto scappare e correre... correre.... e ancora correre sulla montagna per non farsi acchiappare.
Temevano di essere portati in un luogo terribile, peggiore di quello in cui vivevano, temevano che avrebbero dovuto lavorare ancora di più e che li avrebbero divisi.
Quel "qualcuno" aveva fatto credere loro che la vita che stavano conducendo era l’unica vita per loro.
Non sono corsi sulla montagna quando arrivarono i "Greengoo" o le associazioni. Così si convinsero che la vita poteva offrire molto di più e che non era prerogativa solo di altri, soprattutto sarebbero andati a scuola, che l'istruzione avrebbe potuto essere la loro salvezza per un futuro dignitoso, a quel punto scoprii che il loro sogno era proprio andare a scuola.
Mi parve subito troppo piccola per avere 15 anni però pensai che in quelle condizioni e con il pochissimo cibo a disposizione non poteva essere altrimenti.
C’era una catasta di legna e tronchetti e domandai se quella era la legna che avrebbero usato per cucinare; chiesi chi gliel’avesse procurata, sorpresa dalla mia assurda domanda mi rispose: -IO…
Me la immaginai carica di tronchi con quel piccolo corpicino.
Al lato della baracca spuntò un ragazzino tutto sudato e sporco di polvere bianca diretto all’altro lato della baracca dove si scorgeva una montagna di grandi pietre. Si sedette a terra e con una mazzetta incominciò a spaccarne una frantumandola in tanti pezzi. Lì accanto c'erano diversi secchi che avrebbe dovuto riempire di pietre frantumate.
(http://ilcastdellanostravita.blogspot.com/2012/06/piccoli-schiavi.html)
Domandai a voce alta per via del rumore: -Siete fratello e sorella?
-Sì! Fu la risposta.
-Quanti anni hai? - chiesi al ragazzino
-Sedici!
-Questo è il tuo lavoro?
Mi fa cenno di sì con la testa.
Anche lui mi sembrò troppo piccolo per avere 16 anni.
Domandai loro se dopo o prima il lavoro frequentassero la scuola, nessuna risposta!
-Vi piacerebbe imparare tante cose?
Incrociarono i loro sguardi e notai i loro occhi colmi di malinconia e nostalgia.
A Bluefield frequentavano una scuola ma arrivati qui per loro ci fu solo lavoro e lavoro duro, durissimo, per guadagnarsi solo un pugno di riso e di fagioli.
Conobbi la loro mamma e altri due piccoli figli, già pronti per iniziare a spaccare pietre come il fratello più grande.
La mamma mi raccontò che a Bluefields vivevano altri figli, non ricordava quanti, perché alcuni li aveva dovuti regalare non potendo procurar loro né cibo né vestiti né una casa. Non conosceva l’età dei suoi figli e neppure i padri dei suoi figli. Almeno così disse.
Queste sono tutte vittime senza difese e senza riferimenti.
Quel giorno scoprii che quella famiglia faceva parte dell’umanità che NON ESISTE.
Per il mondo tutti loro non esistono, non possiedono un certificato di nascita, non sanno nulla di se stessi, sanno solo che avranno sempre fame, sempre sete, gli unici desideri che suscita un corpo abituato a sopravvivere. Saranno, ogni giorno della loro esistenza, vittime dei più bassi comportamenti umani che deriveranno da persone più misere di loro.
"Qualcuno" aveva insegnato loro che se fossero arrivati i "Greengoo" (come definiscono loro i bianchi) o le associazioni a cercarli avrebbero dovuto scappare e correre... correre.... e ancora correre sulla montagna per non farsi acchiappare.
Temevano di essere portati in un luogo terribile, peggiore di quello in cui vivevano, temevano che avrebbero dovuto lavorare ancora di più e che li avrebbero divisi.
Quel "qualcuno" aveva fatto credere loro che la vita che stavano conducendo era l’unica vita per loro.
Non sono corsi sulla montagna quando arrivarono i "Greengoo" o le associazioni. Così si convinsero che la vita poteva offrire molto di più e che non era prerogativa solo di altri, soprattutto sarebbero andati a scuola, che l'istruzione avrebbe potuto essere la loro salvezza per un futuro dignitoso, a quel punto scoprii che il loro sogno era proprio andare a scuola.
Un loro diritto era il loro grande sogno.
Così conobbi i Bimbi che NON ESISTONO.
Ora però esistono ed hanno una data di nascita: Lui 14 anni (non 16), Lei 12 anni (non 15), e i fratellini di 8 e 6 anni.
Ora hanno un certificato di nascita, ora esistono e il mondo lo sa.
Quanti ce ne sono ancora da trovare?
Quanti ce ne sono ancora da trovare?